Il problema di cui parlo è anche un mio problema e per questo motivo, il ricercarne una possibile soluzione diventa un'esigenza primaria. Non sempre tratto problematiche che riguardano anche me. Ma questa mi riguarda. E lo dico per distinguere, invece, altre che conosco, ma non mi coinvolgono direttamente. Poi è evidente che le conseguenze di problematiche irrisolte che non sono collegate alla mia vita direttamente, comunque influiscano indirettamente ed a volte anche molto più tragicamente di quanto non ci si avveda. Per esempio la fame nel mondo, non mi colpisce direttamente, ma le conseguenze di tanta infamia sì. In quanto a causa di esse la realtà umana è stata corrotta, depistata e rovesciata. Ed io, come donna e come essere umano, sono stata decurtata di molta libertà che invece mi appartiene e mi serve. Per cui, non soffro la fame, non ho malattie per questo, ma sto male spiritualmente e socialmente, in quanto le crisi sociali stanno invadendo sempre più ogni campo operativo.
Si sa che fra le istituzioni più antiche, quella del matrimonio è la più universalmente riconosciuta, un po' come il lutto e come una nascita.
Ma che cosa è il matrimonio?
Il matrimonio è un inizio di convivenza fra due realtà umane che decidono di condividere esperienze sia sentimentali che di sopravvivenza. Inoltre è anche un momento di cultura, di approfondimento di idee, di percezioni, di intimità che non si possono condividere con tutti, indefessamente, ma si sceglie di condividerle con una persona la quale dovrebbe riversare nel connubio, le stesse esigenze, o per lo meno, simili, abbastanza vicine alla sintesi, per l'appunto coniugale.
Nel matrimonio è inserito anche il concetto di NOME, di dinastia, di razza, di proseguimento di una famiglia che ha determinati riferimenti, sia rispetto la spiritualità umana,sia rispetto la realtà sociale in cui vive.
E' difficile che un Re sposi una contadina e viceversa. Questo perché la mentalità di un regnante su uno stato è di gran lunga diversa da una mentalità che vive per servire qualcuno, ritenuto in genere un Padre, una Madre. Il Re e la Regina invece servono lo stato e i loro figli, sono cioè, per l'appunto, il simbolo degli archetipi genitoriali. Per cui, un matrimonio fra genitore e figlio non è visto come possibile.
Ovviamente ci sono delle eccezioni, ma riservano sempre spiacevolissime conseguenze, ritorsioni, follia di ogni genere. Per cui non si annoverano fra le possibilità perseguibili ed accettabili, salvo rinunciare a qualcosa di sostanzialmente importante. Per ottenere un'altra situazione che valga di più per gli interessati, ovviamente e che non generi cause gravi per coloro che ne restano coinvolti, tipo la morte oppure il danno morale rispetto un'integrità spirituale, non certo viziata da pregiudizio oppure corruzione del rapporto umano puro e disinteressato.. Ma questo capita raramente e sempre genera follia più che equilibri.
Se il matrimonio si celebra, ci sono testimoni e congiunti che ne valorizzano lo status quo. Ai coniugi è riconosciuta la privacy familiare, la privacy sessuale, la privacy culturale. E' richiesto invece di mantenere fedeltà al nome che rappresentano e di insegnare la legge e le consuetudini sociali alla discendenza e di rispettarle, ovviamente, loro per primi.
Se i coniugi riconoscono di aver compiuto un errore a costruire questo nucleo e vogliono ritornare ognuno per al loro strada, sia con la discendenza che senza, il nucleo può essere sciolto e si auspica, in un modo consenziente e dignitoso per entrambe le parti.
Anche questo, il più delle volte, non si verifica per niente e ci sono vere e proprie guerre sia incivili che deprimenti, per le quali pagano tutti, anche la società stessa che ne subisce le conseguenze indirette.
Il matrimonio è un'istituzione che è stata tradita per denaro. E' stata corrotta per denaro e potere. Adesso è soltanto un involucro fragilissimo che raccoglie un simulacro vuoto e senza futuro.
Il matrimonio è diventato un terreno di ricatti morali e materiali. Un motivo di invadenza e di spionaggio per vendere fatti ed informazioni che sono strumentalizzati da propaganda e pubblicità. Oppure da politica e mafia.
Il matrimonio, in realtà non esiste più, perché non esiste il presupposto che lo rende valido ed utile alla ricerca interiore ed alla crescita spirituale.
Si sa che fra le istituzioni più antiche, quella del matrimonio è la più universalmente riconosciuta, un po' come il lutto e come una nascita.
Ma che cosa è il matrimonio?
Il matrimonio è un inizio di convivenza fra due realtà umane che decidono di condividere esperienze sia sentimentali che di sopravvivenza. Inoltre è anche un momento di cultura, di approfondimento di idee, di percezioni, di intimità che non si possono condividere con tutti, indefessamente, ma si sceglie di condividerle con una persona la quale dovrebbe riversare nel connubio, le stesse esigenze, o per lo meno, simili, abbastanza vicine alla sintesi, per l'appunto coniugale.
Nel matrimonio è inserito anche il concetto di NOME, di dinastia, di razza, di proseguimento di una famiglia che ha determinati riferimenti, sia rispetto la spiritualità umana,sia rispetto la realtà sociale in cui vive.
E' difficile che un Re sposi una contadina e viceversa. Questo perché la mentalità di un regnante su uno stato è di gran lunga diversa da una mentalità che vive per servire qualcuno, ritenuto in genere un Padre, una Madre. Il Re e la Regina invece servono lo stato e i loro figli, sono cioè, per l'appunto, il simbolo degli archetipi genitoriali. Per cui, un matrimonio fra genitore e figlio non è visto come possibile.
Ovviamente ci sono delle eccezioni, ma riservano sempre spiacevolissime conseguenze, ritorsioni, follia di ogni genere. Per cui non si annoverano fra le possibilità perseguibili ed accettabili, salvo rinunciare a qualcosa di sostanzialmente importante. Per ottenere un'altra situazione che valga di più per gli interessati, ovviamente e che non generi cause gravi per coloro che ne restano coinvolti, tipo la morte oppure il danno morale rispetto un'integrità spirituale, non certo viziata da pregiudizio oppure corruzione del rapporto umano puro e disinteressato.. Ma questo capita raramente e sempre genera follia più che equilibri.
Se il matrimonio si celebra, ci sono testimoni e congiunti che ne valorizzano lo status quo. Ai coniugi è riconosciuta la privacy familiare, la privacy sessuale, la privacy culturale. E' richiesto invece di mantenere fedeltà al nome che rappresentano e di insegnare la legge e le consuetudini sociali alla discendenza e di rispettarle, ovviamente, loro per primi.
Se i coniugi riconoscono di aver compiuto un errore a costruire questo nucleo e vogliono ritornare ognuno per al loro strada, sia con la discendenza che senza, il nucleo può essere sciolto e si auspica, in un modo consenziente e dignitoso per entrambe le parti.
Anche questo, il più delle volte, non si verifica per niente e ci sono vere e proprie guerre sia incivili che deprimenti, per le quali pagano tutti, anche la società stessa che ne subisce le conseguenze indirette.
Il matrimonio è un'istituzione che è stata tradita per denaro. E' stata corrotta per denaro e potere. Adesso è soltanto un involucro fragilissimo che raccoglie un simulacro vuoto e senza futuro.
Il matrimonio è diventato un terreno di ricatti morali e materiali. Un motivo di invadenza e di spionaggio per vendere fatti ed informazioni che sono strumentalizzati da propaganda e pubblicità. Oppure da politica e mafia.
Il matrimonio, in realtà non esiste più, perché non esiste il presupposto che lo rende valido ed utile alla ricerca interiore ed alla crescita spirituale.